Gatto domestico inselvatichito

Gatto inselvatichito

Nome comune Gatto domestico inselvatichito

Nome scientifico Felis catus

Breve descrizione: il gatto domestico deriva dal gatto selvatico africano, la cui domesticazione pare sia avvenuta circa 9000 anni fa per il controllo dei roditori. Tutti gli animali domestici hanno sempre rappresentato un valido aiuto per l’uomo, e lo stesso vale per il gatto, oggi animale da compagnia. Purtroppo però, se abbandonato o lasciato in stato di  libertà senza più contatti con l’uomo riconquista lo “status” selvatico e può mettere a rischio le sue prede, soprattutto se specie rare ed endemiche.

Biologia e ecologia: il gatto domestico, una volta inselvatichito, assume caratteristiche ecologiche e comportamentali del tutto simili alla specie selvatica e come tale diviene un predatore eccellente. Il gatto è essenzialmente carnivoro, mentre insetti e vegetali costituiscono solo una piccolissima parte della sua dieta.

Distribuzione  in  Arcipelago  Toscano  e  introduzione: popolazioni inselvatichite di gatti sono presenti a Capraia, Elba, Giglio e Pianosa, mentre è incerta la situazione a Gorgona, dove gatti domestici liberi sono numerosi nel paese. Sono invece assenti a Giannutri e a Montecristo.

Impatto: l’impatto di un carnivoro come il gatto in fragili ecosistemi insulari può avere conseguenze drammatiche. In questi contesti le specie più sensibili alla predazione sono gli uccelli marini, ma anche la moltitudine di specie di passeriformi che sostano sulle isole del Mediterraneo durante i lunghi voli migratori primaverili  e autunnali. Il gatto  inselvatichito può costituire una minaccia molto seria alla sopravvivenza di colonie di gabbiani corsi e di berte, specie che nidificano a terra e non hanno difese contro questo predatore terrestre.

Gestione in area protetta: a Pianosa il gatto inselvatichito è già oggetto di regolari operazioni di trasferimento che hanno consentito il mantenimento della popolazione a livelli relativamente bassi. Con il progetto “Resto con Life” il Parco auspica di poter traslocare tutti gli individui, in modo tale da tutelare le specie autoctone minacciate dalla presenza di questo felino.

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